E-MOTUS | DANZARE CON IL PARKINSON
Anche per il 2025 e il 2026 il progetto è realizzato con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
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I più recenti approcci alla medicina, alle neuroscienze e alla psicologia confermano che l’arte può avere un impatto sulla salute mentale e fisica. Numerose sono le esperienze e le ricerche degli ultimi anni che lo dimostrano: alla fine del 2019 il documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review, ha mappato tutte le evidenze disponibili in proposito.
In particolare le Artiterapie lavorano – attraverso figure formate in modo approfondito nei linguaggi artistici e nell’alleanza terapeutica – per promuovere le risorse creative delle singole persone, dei gruppi e delle comunità, sviluppando benessere individuale e sociale.
Fra queste, la DanzaMovimento Terapia fa tesoro del ruolo primario del corpo come contenitore e comunicatore di emozioni. Danzando possiamo infatti conoscere e ri-conoscere il nostro mondo interiore, esprimerlo, valorizzarlo e trasformarlo. Attiva le risorse creative indipendentemente dalle abilità fisiche, come strumenti di consapevolezza e autodeterminazione, favorendo un processo di fioritura personale. Costruisce uno spazio e un tempo protetti dove portare alla luce desideri, timori econtraddizioni, accogliere e riparare il conflitto, trovare piacere: i mutamenti prendono corpo simbolicamente nella danza, per arrivare successivamente a esprimersi anche nella vita quotidiana.
Nel Parkinson l’attività motoria, la socialità e la possibilità di prendersi cura delle proprie emozioni, hanno un ruolo fondamentale nel miglioramento della qualità della vita. La DanzaMovimento Terapia si inserisce perfettamente in un approccio riabilitativo integrato perché propone una delicata stimolazione a livello sia motorio sia emozionale in una patologia caratterizzata proprio da disturbi che riguardano queste due sfere. Coinvolge aspetti funzionali, cognitivi e psicologici per portarli verso un reciproco sostegno, contribuendo a un maggior benessere psicofisico. I percorsi sono dedicati a chi vive in prima persona la malattia, ma talvolta anche alle famiglie e alla comunità curante: non figure di accompagnamento, ma vere e propre destinatare dell’intervento, nell’ottica di una condivisione della salute come è intesa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia.
Il progetto E-Motus è nato nel 2017 all’interno della formazione triennale in Danzaterapia Clinica presso Lyceum Academy di Milano, sviluppato dall’artista e danzaterapeuta Elena Olivero a Torino in collaborazione con Associazione Italiana Parkinsoniani / Amici Parkinsonani Piemonte e ad Alba con Eleonora Destefanis – neurologa dell’ASL CN2. È patrocinato da APID – Associazione Professionale Italiana Danzamovimentoterapia. Dal 2020 coinvolge una rete di DanzaMovimento Terapeute: nel direttivo di progetto Giulia Alessio, Ilaria Clerici e Camilla Viscito. Con il coordinamento di Izabela Smela – sociologa e service designer – ed Elena Olivero, l’accompagnamento della psicologa Roberta Grasso e la supervisione di Laura Pezzenati, formatrice in Danzaterapia Clinica.
E-Motus è attivo a Torino, Torre Pellice, Milano, Gravedona e Lomazzo. Dal periodo di pandemia offre inoltre degli incontri online come opportunità per coltivare la relazione terapeutica anche a distanza.